Per una diagnosi precoce è necessaria innanzi tutto la valutazione attenta dei pazienti sintomatici, che devono rivolgersi al proprio Medico Curante. Egli infatti, tenendo in considerazione l’area geografica di provenienza (dove questo tumore può essere più o meno frequente), la familiarità, i fattori di rischio, l’età del paziente, il tipo e la gravità dei sintomi riferiti, potrà consigliare in prima battuta una terapia sintomatica oppure la rapida esecuzione di una Gastroscopia.
Per i pazienti asintomatici è invece cosa più complessa. È auspicabile un loro arruolamento in campagne rivolte alla prevenzione dei tumori gastrointestinali, che prevedono la ricerca nelle feci del sangue occulto e l’esecuzione dopo i 45 anni di una Gastroscopia oltre che di una Colonscopia. Anche l’indagine endoscopica, dal canto suo, con l’aggiunta di particolari accorgimenti può contribuire ad una migliore e precoce dimostrazione di minime lesioni mucose, che sfuggirebbero ad un esame convenzionale. Già da qualche tempo, ad esempio, sono in uso in alcuni centri metodiche di colorazione vitale, che permettono di meglio evidenziare durante l’endoscopia le alterazioni sospette della mucosa gastrica.
Tipo macroscopici
La classificazione in base all’aspetto ( macroscopica) è diversa nel caso si osservi una lesione iniziale o Early Gastric Cancer (EGC)
Classificazione macroscopica dell’EGC protruso, piatto, escavato.
Esistono anche forma miste ( es 2a+2c)
Classificazione dell’EGC secondo Kodama (mista macro e microscopica)
Classificazione macroscopica sec Borrmann per le neoplasie avanzate
Tipi Istologici
Diverse sono le classificazioni istologiche, la piu utilizzata in occidente è quella che suddivide le noplasie in intestinali, diffuse e miste
Il carcinoma intestinale ha il picco di incidenza nei maschi al di sopra di 60 anni; è quasi sempre associato a condizioni e lesioni precancerose; la sua genesi appare fortemente condizionata da fattori ambientali; risulta assai frequente nelle popolazioni con alta incidenza di cancro dello stomaco, ragione per cui è stato definito "epidemico".
Il carcinoma di tipo diffuso mostra uguale frequenza nei due sessi con picco di incidenza in età più giovane; nella maggior parte dei casi non è dimostrabile alcun rapporto con condizioni e lesioni precancerose; non sembra condizionato da fattori ambientali; presenta un’incidenza piuttosto omogenea in molte popolazioni, per cui è stato definito “endemico".
Il carcinoma misto mostra spetti intermedi
È’ importante notare che il decremento di incidenza che il carcinoma gastrico ha fatto
registrare ovunque nel mondo nelle ultime decadi può essere essenzialmente ricondotto al tipo intestinale e, solo in misura molto più limitata, a diminuzione del tipo diffuso.
Stadiazione
La stadiazione di un tumore può essere paragonata ad un sistema di misura. Lo stadio definisce infatti quanto il tumore è cresciuto nell’organo di origine, l’entità della sua diffusione al resto dell’organismo ed è importante in prima battuta per pianificare la terapia ed in una seconda fase per formulare un giudizio prognostico. Così, i pazienti affetti da carcinoma dello stomaco, prima di affrontare il trattamento, devono sottoporsi ad una serie di indagini endoscopiche e radiologiche, necessarie a stadiare e pertanto a stimare l’estensione globale della propria malattia. Dopo l’intervento chirurgico, l’accurata analisi di quanto è stato asportato, permette infine di ottenere la stadiazione definitiva.
Stadiazione TNM 7° edizione (2010)
T 1 lamina propria, sottomucosa
– T1 a lamina propria
– T1 b sottomucosa
T2 muscolare propria
T3 sottosierosa (era T2b nella 6° edizione)
T4 perforazione della sierosa, strutture
adiacenti
– T4 a perforazione della sierosa
– T4 b strutture adiacenti
N1 1-2 linfonodi
N 2 3-6 linfonodi
N 3a 7-15 linfonodi
N 3b 16 o più linfonodi
Stadio IA T1N0
Stadio IB T2 N0, T1 N1
Stadio IIA T3 N0, T2 N1, T1 N2
Stadio IIB T4a N0, T3 N1, T2 N2, T1 N3
Stadio IIIA T4a N1, T3 N2, T2 N3,
Stadio IIIB T4b N0, T4b N1, T4a N2, T3 N3
Stadio IIIC T4a N3, T4b N2, T4b N3
Stadio IV ogni T ogni N M1
La classificazione Radicalità
R0 L'intervento è considerato radicale e snza residuo neoplstico
R1 Dopo l'intervento é presente un residuo microscopico
R2 Dopo l'intervento è presente un residuo macroscopico
Una particolare classificazione delle neoplasie del cardias utile per decidere il tipo di trattamento è quella di Siewert che suddivide il cardias in tre parti: sopracardiali o tipo 1, cardiale vero o tipo 2 e sotto cardiale.